14 Agosto 2007
Da Il Tirreno, 12 agosto 2007 | Scarica il PDF.
Non credevano ai loro occhi. Quando l’ultimo velo di terriccio è caduto, la luce delle torce, nell’anfratto sotto alla collina di Casenovole, nell’entroterra maremmano presso Civitella Paganico, ha illuminato un tesoro. Una tomba etrusco-romana maestosa, intatta, con urne, vasi pieni monete, ampolle, oggetti di corredo e manufatti di bronzo. «Il cuore ci ha sobbalzato – hanno detto gli archeologi – eravamo increduli perchè pensavamo che la tomba fosse già stata depredata, è il nostro primo scavo, non potevamo cominciare meglio».
Tredici sepolture con ossa e ceneri, di cui 10 ossuari con coperchio a ciotola e 3 urne cinerarie appartenuti probabilmente ad una famiglia etrusca del periodo tardo ellenistico, forse benestante visto che gli archeologi si aspettano di trovare altre cinque sepolture magari di schiavi e servitori. «Quando siamo venuti qui – spiega Perla Giacchieri, architetto – sapevamo dalla cartografia che era una zona “calda”, anche perchè dai racconti che avevamo ci avevano detto che c’erano dei frammenti archeologici, ma trovare una tomba intatta è stato qualcosa di straordinario». I raggi di sole entrano a fatica due metri sotto la superficie dove è contenuta la vera e propria camera funeraria, e il “dromos”, il corridoio che vi giunge appare stretto e scomodo tanto che gli archeologi per entrarvi si devono inginocchiare. Le ampolle adagiate al muro appaiono a distanza di migliaia di anni ancora nel pieno del loro splendore.
L’associazione “Odysseus”, composta da architetti, archeologi, studenti e specializzandi, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica toscana sta procedendo ora ai rilevamenti e trasferirà i reperti tra le mura sicure del Comune di Civitella Paganico già oggi per procedere alla ripulitura, allo studio e al restauro. Un’intera famiglia etrusca che riposava lì, su quel dirupo, dopo millenni rivede il sole per opera dei propri conterranei toscani. Il sentiero scosceso che conduce alla tomba etrusca è un via vai di curiosi ed esperti, che ancora frenetici si muovono di fronte all’imboccatura del sepolcro. Sembra di trovarsi sul set di Indiana Jones, mancano solo le sabbie del Sahara e l’ombra delle piramidi. Le torce accese fanno ripensare al mezzogiorno dell’altro ieri mattina, quando in pieno giorno i primi reperti sono stati illuminati dagli ancora emozionati archeologi. Molti di loro sono giovani, giovanissimi e sono alla prima esperienza di scavo. Ha piovuto e l’atmosfera è tiepida, di quel tepore che ha il sapore della scoperta. Della grande scoperta. Si parla già di ritrovamento archeologico senza precedenti, sicuramente uno dei più importanti sull’intero territorio maremmano.
—Andrea Nardini, 12 agosto 2007